Artiglio del diavolo è il nome comune, dialettale, attribuito all’arpagofito: una pianta rampicante originaria dell’Africa Sud-Occidentale. Nome che le è stato attribuito in virtù delle quattro code dure tipiche dei suoi frutti.
L’artiglio del diavolo, nome scientifico Harpagophytum procumbens, appartiene alla famiglia botanica delle Pedaliacee. Una pianta caratterizzata da fiori violacei e da frutti terminanti in uncini così duri da essere in grado di ferire il corpo degli animali che, involontariamente, vi incappano.
Le parti della pianta che vengono impiegate come rimedio fitoterapico sono le radici secondarie, quelle laterali, dove c’è una concentrazione di principi attivi notevole. Le popolazioni africane, residenti nelle aree di cui è originario l’artiglio del diavolo, lo utilizzano da secoli per curare diverse patologie come i dolori ossei e articolari, i problemi reumatici o la febbre.
PROPRIETÀ ED UTILIZZO
I benefici dell’artiglio del diavolo sono dovuti principalmente a tre glicosidi presenti al suo interno: harpagosid, harpagid, procumbid. Elementi a cui sono da attribuire le sue proprietà, di cui le più rilevanti sono quelle:
• Analgesiche;
• Antipiretiche;
• Antinfiammatorie;
• Digestive;
• Ipouricemizzanti;
• Ipocolesteroloemizzanti.
Proprietà che sarebbero dovute alla presenza di principi amari all’interno della pianta in grado di promuovere la secrezione delle bile e dei succhi gastrici. Bisogna sapere che, proprio in virtù delle sue proprietà, l’artiglio del diavolo è sconsigliato in presenza di ulcere gastriche o duodenali e di gastrite.
Per questo l’arpagofito viene impiegato in caso di gotta, difficoltà digestive, condizioni dolorose, stati infiammatori, artrite, dolore cervicale e mal di schiena.